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CBD durante l’allattamento: cosa sapere sui cannabinoidi nel latte materno

Dec 12, 2025Marieke van Haaster0 commenti

Molte persone non si rendono conto che il nostro organismo produce i propri cannabinoidi, noti come endocannabinoidi. Queste sostanze naturalmente presenti svolgono un ruolo importante nello sviluppo e nel benessere, a partire dalla gravidanza e continuando dopo la nascita (1).

Ma cosa significa questo per l’uso del CBD durante l’allattamento? È sicuro utilizzare olio di CBD o altri prodotti a base di CBD in questo periodo? E quale ruolo svolgono naturalmente i cannabinoidi nel latte materno?
Questo articolo riassume le attuali conoscenze scientifiche e spiega perché si raccomanda un approccio prudente al CBD durante l’allattamento.

Il sistema endocannabinoide e il latte materno

Il sistema endocannabinoide (ECS) è una parte importante del corpo umano. È composto da recettori (CB1 e CB2), cannabinoidi prodotti naturalmente (endocannabinoidi) ed enzimi che degradano queste sostanze.

Questo sistema aiuta a regolare funzioni chiave come il sonno, l’appetito, l’umore e la percezione del dolore. I ricercatori hanno inoltre scoperto che l’ECS svolge un ruolo cruciale nello sviluppo dei neonati.

Uno studio pubblicato sull’ European Journal of Pharmacology (2004) ha rilevato che i recettori CB1 iniziano a formarsi già nell’utero (2). In altre parole, l’ECS è attivo fin dall’inizio – anche durante l’allattamento.

Cannabinoidi naturali nel latte materno

Il latte materno contiene endocannabinoidi naturali, ossia i cannabinoidi prodotti dall’organismo che svolgono un ruolo importante nello sviluppo precoce (3). Essi aiutano i neonati a regolare l’appetito e ad attivare il riflesso di suzione, essenziale per l’alimentazione e la sopravvivenza.

Esistono inoltre evidenze che indicano come gli endocannabinoidi presenti nel latte materno contribuiscano a proteggere le cellule nervose e a sostenere un sano sviluppo cerebrale. Questi processi sono del tutto naturali e dimostrano quanto il sistema endocannabinoide sia strettamente legato alla crescita e allo sviluppo iniziale.

Cosa succede se si usa il CBD durante l’allattamento?

È qui che la situazione diventa delicata. I prodotti a base di CBD contengono cannabidiolo, un composto di origine vegetale che interagisce anch’esso con i recettori CB1 e CB2 dell’organismo. Anche se il CBD non è psicoattivo come il THC, potrebbe teoricamente influenzare il delicato equilibrio del sistema endocannabinoide di un neonato (4).

Le ricerche dimostrano che i cannabinoidi sono liposolubili, il che significa che possono accumularsi facilmente nei componenti grassi del latte materno (5). In termini pratici, se una madre che allatta utilizza CBD, piccole quantità del composto possono passare nel latte ed essere assorbite dal lattante.

Attualmente non esistono studi affidabili a lungo termine che mostrino come il CBD possa influenzare lo sviluppo di un bambino. A causa di questa incertezza, medici e organizzazioni sanitarie raccomandano di evitare il CBD durante l’allattamento per escludere qualsiasi possibile rischio (6).

Perché è così importante essere prudenti con il CBD durante l’allattamento?

La ricerca sul CBD durante l’allattamento è ancora in una fase molto iniziale. Sebbene alcuni studi confermino la presenza di endocannabinoidi naturali nel latte materno, esistono pochissime ricerche che esaminino come il CBD assunto dall’esterno possa influenzare una madre o il suo bambino (7).

Ciò significa che, anche se il CBD è generalmente considerato ben tollerato, non si può escludere la possibilità che abbia effetti sconosciuti sul cervello, sul sistema immunitario o sullo sviluppo neurologico di un lattante.

In situazioni in cui la sicurezza non è stata stabilita con certezza, gli operatori sanitari seguono una semplice regola pratica: nel dubbio, è più saggio astenersi.

Niente CBD durante l’allattamento senza indicazione medica

Sebbene i prodotti a base di CBD siano considerati sicuri in molte altre situazioni, non esistono dati scientifici solidi su come possano influenzare i lattanti o le madri che allattano. Poiché il CBD può passare nel latte materno e i suoi effetti sui neonati rimangono sconosciuti, le organizzazioni sanitarie sconsigliano l’uso del CBD durante l’allattamento.

Se stai affrontando stress, disturbi del sonno o tensione muscolare, è preferibile parlare con il medico o l’ostetrica per valutare alternative sicure. Per il benessere sia della madre sia del bambino, la prudenza è la scelta più saggia – e attenersi a metodi di rilassamento raccomandati dal punto di vista medico è il percorso più sicuro.

Domande frequenti

Per quanto tempo il CBD rimane nel latte materno?

Il CBD è liposolubile, il che significa che può accumularsi nel grasso corporeo e anche nel latte materno. Le prime ricerche suggeriscono che i cannabinoidi possano essere rilevabili nel latte per diversi giorni, a seconda della dose assunta, della frequenza d’uso e di fattori metabolici individuali. Poiché non esistono dati affidabili su come ciò possa influenzare i lattanti, gli esperti consigliano di evitare il CBD durante l’allattamento.

In che modo il CBD influisce sul latte materno?

In teoria, il CBD può passare dal flusso sanguigno al latte materno. Poiché il latte materno ha un contenuto di grassi naturalmente elevato, il CBD può legarsi facilmente alle sue molecole lipidiche. Ciò che rimane poco chiaro è se questo modifichi la composizione del latte o abbia effetti sullo sviluppo del bambino. Poiché non esistono ancora studi solidi che rispondano a queste domande, l’approccio più sicuro è evitare il CBD durante l’allattamento.

Riferimenti

  1. Maccarrone, M., et al. (2014). The Endocannabinoid System and its Role in Reproduction: A Focus on Pregnancy. Progress in Lipid Research, 53, 419–430. https://doi.org/10.1016/j.plipres.2014.07.004
  2. Fride, E. (2004). The endocannabinoid-CB(1) receptor system in pre- and postnatal life. European Journal of Pharmacology, 500(1-3), 289-297. https://doi.org/10.1016/j.ejphar.2004.07.033
  3. Fride, E., et al. (2009). Endocannabinoids and the regulatory function of milk. Chemistry and Physics of Lipids, 160(1), 79-87. https://doi.org/10.1016/j.chemphyslip.2008.12.012
  4. Ritchie, T., et al. (2020). Prenatal cannabinoid exposure impairs early development in mice. eBioMedicine, 62, 103114. https://doi.org/10.1016/j.ebiom.2020.103114
  5. Holder, K., et al. (2024). THC and CBD in breast milk of breastfeeding mothers: A recent observational study. Breastfeeding Medicine, 19(3), 172-179. https://doi.org/10.1089/bfm.2024.0021
  6. Swissmedic & World Health Organization. (2018). Cannabidiol (CBD) Pre-Review Report. https://cdn.who.int/media/docs/default-source/controlled-substances/cannabidiol-pre-review.pdf
  7. Deutsches Ärzteblatt. (2023). CBD in Schwangerschaft und Stillzeit: Medizinische Fachgesellschaften warnen. Deutsches Ärzteblatt. https://www.aerzteblatt.de/archiv/doi/10.3238/arztebl.m2023.0192
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Marieke van Haaster

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Marieke van Haaster, MSc is a health scientist with over 20 years of experience in cannabis research. She worked as head of R&D at MariPharm and conducted clinical studies for various pharmaceutical companies. Since 2022, she has been an independent researcher and advisor in the field of cannabis and cannabinoids. For Dutch Natural Healing, she shares scientifically substantiated insights into the effects and applications of cannabis products.

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